Lo Sporting compie la "remuntada" ma il sogno si infrange ai rigori
Lo Sporting compie la "remuntada" ma il sogno si infrange ai rigori

averla battuta per quattro reti a una. In una partita pazza, dove succede di tutto, le amaranto non possono rimproverarsi nulla, visto che si sono rese protagoniste di una prestazione maiuscola, annichilendo la Lazio, formazione costruita con mire di ben più alto profilo.

 

Le lokresi scendono in campo con un pesante fardello, recuperare la sconfitta con tre gol di scarto subita a Roma sabato scorso. Beita e Roberta Giuliano tengono sotto pressione la difesa laziale ma il risultato non si blocca. Chilelli, come all’andata, costruisce una gabbia su Roberta Giuliano che deve sgomitare e non poco per divincolarsi, ma la palermitana, si sa, protegge palla come poche e le laziali anche in tre faticano nel contenerla. Beita invece fa la scheggia impazzita, cambia fascia con estrema facilità e continua per tutta la gara a seminare avversarie che non riescono quasi mai a fermarla.

 

L’episodio che cambia la gara al 9’, su rilancio di Martina Cacciola, la Vecchione tocca forse la palla con le mani fuori area, per l’arbitro è rosso diretto. Lo Sporting si rinfranca e dopo un minuto Federica Marino spinge in porta il pallone che sblocca la gara. Passa un altro minuto e arriva la seconda espulsione della gara; secondo giallo per Roberta Giuliano accusata di simulazione. Con una ragazza in meno in campo Beita si inventa un gol pazzesco, salta mezza Lazio, portiere compreso, sulla fascia sinistra e sigla il raddoppio amaranto.

 

Finisce così il primo tempo, con uno Sporting consapevole che la remuntada è sempre più a portata di mano. Nella ripresa iniziano forte le lokresi che, anche senza bomber Giuliano, mettono in seria difficoltà la Lazio. Servono sei minuti per completare la rimonta; è ancora una volta Beita a battere la Tirelli, stavolta con un pallonetto di testa nonostante i suoi 154 cm. Il capitano è autore di una prova sontuosa, mette ordine in mezzo al campo, salta sistematicamente le avversarie ed è sempre pericolosa. La Lazio deve reagire, lo Sporting inizia a pagare la fatica, in più non può contare sulle indicazioni di Mister Sansotta espulso. Carla Duco è una doccia fredda, al 12’ infatti la spagnola sposta nuovamente l’ago della bilancia dalla parte laziale battendo Martina Cacciola, che nell’occasione rimedia anche un calcione alle mani. Serve di nuovo un gol e chi può pensarci se non l’emblema di questo Sporting Lokri mai domo, Sara Borello, che è infortunata, soffre ma gioca, chiude tutto ciò che arriva dalle sue parti e si propone spesso e volentieri in pericolose ripartenze. Ma non basta, segna anche... A un minuto dalla fine. Saranno supplementari.

 

Le due squadre sono sfinite, non vogliono andare ai rigori, ci provano a fasi alterne, prima le lokresi, poi Chilelli col portiere di movimento. Non succederà nulla.

 

La squadra che si qualificherà per i quarti “scudetto” lo farà dal dischetto, lo deciderà una lotteria. Una serie di calci di rigori dove le ragazze dopo una battaglia possono arrivare stanche, poco lucide. Succede così a Soto e ad Antonella Sabatino, due leonesse che non tirano mai indietro la gamba. Una fatalità che manda avanti le biancocelesti. Lo Sporting tornerà sicuramente più preparato l’anno prossimo.