Scalea-GallicoCatona: la controreplica dei reggini. "nulla contro tifosi e città di Scalea, ma riprovevoli atteggiamenti di alcuni tesserari"
Scalea-GallicoCatona: la controreplica dei reggini. "nulla contro tifosi e città di Scalea, ma riprovevoli atteggiamenti di alcuni tesserari"

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Dopo aver appreso e letto dagli organi di stampa la nota diffusa dalla società della U.S.D. Scalea 1912, la società Gallico Catona 2018 ritiene doveroso replicare a tutela della propria immagine e di propri tesserati. 

Lungi dal voler alimentare nuove polemiche con la società dello Scalea, anche alla luce delle completamente opposte ricostruzioni degli eventi verificatisi nel corso della gara disputata lo scorso 10 febbraio 2019, la scrivente società “apprezza” gli insegnamenti, i principi e i sani valori sportivi che contraddistinguono la nota diffusa dalla società USD Scalea 1912 ma si duole, tuttavia, della mancata applicazione degli stessi in occasione della gara in questione. 
Sarebbe preferibile evitare di scomodare i veri valori che dovrebbero accompagnare la pratica dello sport, soprattutto quando purtroppo gli stessi rimangono solo belle parole e non vengono poi messi in pratica nei fatti. 

Ciò che purtroppo è successo nella giornata di domenica non rappresenta certamente la cittadinanza di Scalea, da sempre apprezzata per l’accoglienza e la sana sportività, né tantomeno la dirigenza della compagine calcistica, con la quale ci sono sempre stati cordiali rapporti, in particolare con la vecchia dirigenza dell’ex Presidente Formica. 
L’amarezza aumenta, peraltro, nel leggere molti dei concetti riversati nella nota diffusa agli organi di stampa, ove vengono riportate delle realtà distorte e ove vengono vestiti i panni dei “maestrini” di turno che impartiscono lezioni di moralità e sportività. 

Si ritiene superfluo rispondere con semplici parole alle accuse di non avere la cultura della sconfitta, in quanto si preferisce ricordare la realtà dei fatti con episodi concreti, che parlano di una squadra e società che nel girone di andata ha perso sul campo la gara disputata presso il proprio stadio ed ha accettato il verdetto senza alcuna polemica. 
Né tantomeno risulta accettabile che la legittima denuncia di determinate assurde condotte possa essere messa a tacere dall’accusa che la stessa trovi fondamento e giustificazione nel non accettare la sconfitta sul campo da gioco. 

Fortunatamente, gli incresciosi episodi avvenuti domenica sono frutto dell’azione di un numero ridotto di persone, peraltro non tifosi ma addetti ai lavori, che certamente non rappresentano quella società Scalea che, negli anni, la scrivente società per prima ha sempre apprezzato proprio per gli stessi valori tanto decantati nella nota diffusa a mezzo stampa. 

Che dire dei cori razzisti all’indirizzo del tesserato di colore Ibraima Sako, che dire dell’allontanamento forzato dagli spalti di circa sette dirigenti accompagnati dalle consorti e da una bambina in tenera età, che dire degli sputi indirizzati ad un tesserato in occasione della sostituzione, che dire delle scaramucce a fine primo tempo ove ne ha fatto le spese proprio mister Giovinazzo colpito da una “pedata” e da mani in faccia da un dirigente di casa. Si tratta di episodi che si commentano da soli e che andrebbero sempre condannati da più parti e non difesi con argomentazioni ulteriormente provocatorie. 
In proposito, peraltro, appare opportuno evidenziare come la responsabilità di simili azioni si ritiene non ricada esclusivamente in capo agli stessi vili autori ma, anche e soprattutto, in capo a chi è tenuto a verificare, giudicare e sanzionare gli stessi. 

Si fa espresso riferimento alla terna arbitrale cosentina (e già su questo bisognerebbe aprire un argomento a parte per capire il motivo per il quale per l’ennesima volta in occasione di gare contro compagini della provincia di Cosenza ci troviamo designate terne della medesima Provincia),  che con atteggiamento pilatesco ha consentito che la gara in questione si trasformasse da una partita di calcio ad una di calci, per come si può apprendere dai video della stessa, legittimando anche nel rettangolo di gioco interventi molto duri senza alcuna sanzione disciplinare. 

Ciò posto, la scrivente società ci tiene a sottolineare che non ha nulla contro la tifoseria e la città di Scalea, ma non ha certamente apprezzato la riprovevole condotta di alcuni tesserati della società cosentina.  In conclusione, la società del Gallico Catona 2018 si stringe a tutela del proprio tesserato mister Giuseppe Giovinazzo e ci tiene a ringraziare espressamente in proposito la stessa U.S.D. Scalea 1912 per non avere accettato l’estate scorsa la proposta dello stesso di essere tesserato, in quanto con tale rifiuto ha consentito la possibilità di ingaggio quale tecnico della prima squadra con conseguente ulteriore pieno apprezzamento della professionalità e dei sani valori umani e sportivi. 

L’augurio è che non possano ripetersi certi eventi durante le manifestazioni sportive e che i valori e principi che dovrebbero accompagnare lo sport possano finalmente essere messi in pratica e non rimanere solo ed esclusivamente nella bocca dei tifosi e di tutti gli addetti ai lavori.