Francesco D'Agostino:"Non ci sono le condizioni per la squadra unica della Piana. Puntiamo ad una salvezza tranquilla"
Francesco D'Agostino:"Non ci sono le condizioni per la squadra unica della Piana. Puntiamo ad una salvezza tranquilla"

Per le interviste di Stadioradio, questa volta siamo andati a Cittanova a dar voce al primo tifoso del sodalizio giallorosso, l’ On. Francesco D’Agostino. Buona lettura! Si ringrazia per la preziosa collaborazione Antonino Raso.

La continuità gestionale in società e quella in panchina (Zito si appresta al terzo torneo) sono il vero segreto della Cittanovese, o c’è dell’altro?

Il movimento calcistico cittanovese, da cinque anni a questa parte, vive una rinascita dai contorni assolutamente positivi. Dalla Prima Categoria fino ai fasti della Serie D, la squadra giallorossa ha scritto pagine indelebili di calcio e di passione per lo sport. Questo è ampiamente risconosciuto ed è un orgoglio per tutti noi che, quotidianamente, facciamo sacrifici per sostenere il progetto. Senza dubbio, la solidità del nostro percorso dipende dalla qualità dei dirigenti e dalla serietà di partner e sponsor.  L’altra faccia della medaglia è il settore tecnico. La Società ha avuto la capacità di effettuare investimenti mirati e funzionali agli obiettivi, puntando sulle competenze e sui valori di ognuno. A partire dall’allenatore.  In generale, la continuità sia dirigenziale che in panchina, è sintomo inequivocabile di un percorso strutturato dove tutto è frutto della programmazione.

La zona della piana e della Tirrenica in generale mostra segni di sofferenza. L’unica soluzione è davvero una squadra unica, oppure vede altre strade?

Spesso si è parlato di squadra unica della Piana, ma io non credo esistano le condizioni per una progetto del genere. Ogni città ha la sua storia, i suoi colori, le sue particolarità e la sua identità precisa. Il calcio locale non può sfuggire a questo ragionamento, che è anche riflessione sugli effetti sociali dello sport. Si, è vero, il mondo del pallone vive una fase di sofferenza, ma è un dato generalizzato che sta investendo tutto il comparto nazionale. Falliscono società storiche del calcio italiano, da Nord a Sud, in contesti territoriali molto più ricchi ed organizzati del nostro. Probabilmente le ragioni di questa flessione sono più sistemiche e strutturali di quanto si possa pensare. Volendo dare profondità sulle possibili soluzioni, direi che gran parte delle criticità attuali riguardano la capacità economica delle società sportive. Non è un dramma dire che, rispetto al passato, certi ingaggi non sono più praticabili. La Cittanovese, da sempre, stanzia un budget annuale stimato su dati precisi, e su quello costruisce la sua stagione. Con mister Domenico Zito, inoltre, stiamo investendo su ragazzi di prospettiva. Questo modo di operare, chiaramente, porta con se qualche rischio, ma genera implicazioni positive molteplici, a partire dai piani economico, organizzativo e sociale.

Lei ha legato la sua azienda per molto tempo alla Reggina. Questo momento difficile nella storia amaranto come va a riverberarsi, nel bene e nel male, sul dilettantismo in provincia?

Quelli della Reggina in Serie A sono stati anni straordinari. Li ricordiamo tutti con affetto ed entusiasmo. Oggi la società amaranto sta ripartendo, guidata da un gruppo dirigenziale appassionato e disposto ad immensi sacrifici pur di mantenere in vita il calcio cittadino. Dal punto di vista delle influenze di cui lei parla, non credo si possa parlare di effetti sostanziali. Avere una squadra in Serie A permette un’esposizione mediatica differente al territorio, ma poi il dilettantismo ha bisogno di investitori che credano in progetti e percorsi ben definiti.

Cinque squadre calabresi in serie D. Che cosa prevede per le altre quattro “sorelle”?

Sono, quelle attuali, giornate intense di calcio mercato e di perfezionamento della compagini sociali. Tra qualche settimana avremo un quadro più chiaro della situazione, anche alla luce della definizione dei gironi. Di sicuro, però, la Calabria potrà vantare, nel prossimo campionato di Serie D, cinque squadre determinate e vogliose di fare bene. Visti i tempi attuali, non è un dato di scarso rilievo. Detto questo, il Roccella, il Castrovillari, la Palmese e il Locri hanno dirigenti e professionalità tecniche di spessore, oltre che un’esperienza storicizzata che può fare la differenza. A loro, così come alla Cittanovese, auguro di raggiungere gli obiettivi prefissati nel minor tempo possibile. 

E per la sua Cittanovese, quali sono i piani?

La società, con in testa il presidente Girolamo Guerrisi e il vicepresidente Francesco De Matteis, sta lavorando per il completamento dell’organico. L’obiettivo era e rimane la salvezza tranquilla. La Serie D per Cittanova è un valore aggiunto da coltivare e difendere. Tuttavia, siamo anche consapevoli della bravura del nostro mister. Lo scorso anno, con un gruppo giovane e motivato, è riuscito a raggiungere la salvezza con due giornate di anticipo. Da questo punto di vista siamo più che fiduciosi sul percorso che sapremo fare.