MONGRASSANO: Marchese, Miceli, Docimo, Esposito (dal 25’st Paciola), Martire, Pirri, Maione (dal 28’st Costabile), Baulè, Golia (dal 31’st Guglielmelli), Bruno, Amodio. In panchina: Cameriere, Foggia, Patitucci, Luchetta. All. D’Acri.
TARSIA: Boccia, Giordano (dal 22’st Naccarato), Cannizzaro, Bria, Toscano, Pignataro, Nicoletti (dal 28’st Moliterno), Marturano, Vulcano, Graziano, Marino. In panchina: Guido, Stella. All. Prantea.
ARBITRO: Sifonetti di Rossano.
MARCATORE: 44’pt e 47’st Amodio (M).
NOTE: Ammoniti: Bruno (M), Guglielmelli (M). Espulsi: Martire (M) e Bria (T). Recuperi: 0’pt e 4’st.
Non delude i pronostici della vigilia il Mongrassano di mister D’Acri che vince, sul proprio terreno di gioco, il Tarsia di mister Prantea per due a zero. Una partita molto maschia, giocata con agonismo e determinazione da tutte e due le squadre, ma che, comunque, non ha lasciato spazio al bel gioco. Soprattutto nel primo tempo le due compagini provavano a imbastire azioni solo con dei lanci lunghi. Ad avere la meglio, ovviamente, erano le difese, impeccabili nel gioco aereo. Alla mezz’ora due occasioni ghiotte capitavano sui piedi di Amodio e Maione, i quali non riuscivano ad inquadrare la porta avversaria. Il Mongrassano, però, proprio sul finire della prima frazione di gioco, passava in vantaggio con Amodio, bravo a trafiggere Boccia dopo una ribattuta corta della difesa del Tarsia. Nell ripresa il copione della gara cambiava. Il Mongrassano teneva di più palla, facendola circolare con passaggi corti e ragionati. I padroni di casa, però, al 15’ rimanevano in dieci per l’espulsione di Martire. Il conto dei cartellini rossi veniva pareggiato tre minuti dopo, a causa del doppio giallo estratto dall’arbitro a Bria. Il Tarsia, in questo frangente, si rendeva pericolso per ben due volte con il numero 10 Graziano. Nella parte conclusiva del match, arrivava il secondo gol dei locali con il solito Amodio, il quale sfruttava bene un’azione di contropiede dopo un capovlgimento di fronte. La partita finiva, così, sul risultato di due a zero.
Marco Ricchio