ROSSANO – Che sarà un finale di stagione al cardiopalma sembra indiscutibile. La Rossanese, a due giornate dal termine, ha ancora il destino da scrivere con le sue mani. Incognite da scoprire, man mano, nelle prossime due settimane. Sperando che siano di più. Perché la salvezza diretta, e questo la matematica lo ha già stabilito, non è più raggiungibile. Ergo, la permanenza in Serie D, dovrà passare solo attraverso i play out. Pur vincendo le due ultime gare che restano, i bizantini giungerebbero a quota 37, sommatoria che non consente la salvezza col viatico diretto. Gli ultimi due ostacoli si chiamano Nola e Turris. Due compagini campane, la prima da affrontare fuori casa, la seconda allo “Stefano Rizzo”che hanno già segnato il loro futuro. La Turris è nel giro spareggi promozione; i nolani, affrontati due anni orsono nei play off di Eccellenza, poi vinti contro il Licata, sono retrocessi da tempo. Allorà bastò un eurogol di Crescibene. Domenica servirà un’impresa. Perché un’impresa? Semplice, la Rossanese concluderà la sua agognata stagione senza attaccanti di riferimento, senza punte di ruolo. E ciò grazie alla squalifica per ben cinque giornate inflitta dal giudice sportivo a Ruggero De Lorenzo,il“toro” di Barletta che con i suoi gol stava tenendo a galla la Rossanese. Ne consegue che Marco Colle dovrà fare, mai come ora, i tripli salti mortali carpiati per organizzare la migliore formazione possibile. De Lorenzo sarebbe servito come il pane. Fondamentale per il gioco rossoblù, avrebbe dato profondità alla manovra, protetto il pallone per far salire la squadra e magarimesso a segno qualche golletto pesantissimo. E invece se ne starà nella sua Barletta fino alla prossima stagione per quel gesto costato carissimo. Contro il Noto, a due passi dall’arbitro, ha sollevato da terra, prendendolo in braccio come fosse un bimbo, un avversario intento ad attendere le cure dei sanitari. Gesto che, ovviamente, non è piaciuto all’arbitro: rosso diretto e cinque giornate. Questo il bottino di una sbadataggine che costerà carissima. In organico, la davanti, c’è anche lo sfortunato Cristaldi, infortunato da tempo (stagione finita anche per lui) e poi solo “trequartisti”che pur facendo bene il loro mestiere, pur adattandosi con dedizione, punte non sono. E’ il caso Giamba Orlando.Nelle tre partite in cui De Lorenzo è stato squalificato in precedenza, per esempio, la Rossanese ha ottenuto pochissimo, compromettendo tanto un percorso già impervio di suo (due punti in quattro gare). E semplicemente perché pur costruendo molto, Vezzoli e soci non riuscivano a trovare la via della rete. Ipotizzare, dunque, i play out in una situazione del genere appare paradossale con un organico offensivo ridotto ai minimi termini. Ma prima, ovviamente, bisognerà tenere a bada il Mazara, penultimo e adunsolo puntodi distanza. E poi evitare anche che i punti dal Modica non sianopiù di otto (oggi sono sette) per evitare la terza retrocessione diretta. Insomma, una matassa ingarbugliata nella quale bisognerà trovare, per forza di cose, il bandolo se si vuole centrare la salvezza al termine di una annata strana, deludente come poche nella storia della Rossanese, trovatasi in queste condizioni in rarissime occasioni. Una stagione nata male, iniziata con Mauro Zampollini in panchina, con un organico non di certo all’altezza per la Serie D e poi ripresasi pian piano con l’avvento di Marco Colle e con rinforzi importanti quali Vezzoli, Orlando, Scarlato, Spinelli e De Lorenzo. Una stagione che non ha affatto esaltato il popolo rossoblù che, sicuramente stanco di tante annate in chiaroscuro, eccezion fatta per quella scorsa (quella dei Vegnaduzzo, dei Catalano, dei Mancini e Ramunno, dei Giuffrida e Costantino), ha voltato le spalle alla Rossanese, esausto dalle continue delusioni. L’affluenza di pubblico, ai minimi storici di sempre, ne è un sintomo chiaro. Ma si sa, Rossano è innamorata pazza della sua squadra di calcio. Ecco perché la speranza -che èsempre l’ultima a morire - è quella la maglia a strisce verticali rossa e blù centri la salvezza per poi, magari, sognare una prossima stagione degna del suo blasone. Nessuno da queste parti vuole chissà cosa, ma solo una squadra dignitosa che faccia divertire la gente,come l’anno scorso. 

Luca Latella (Quotidiano della Calabria)