Il procuratore generale ha chiesto la riforma della sentenza di primo grado con cui, a marzo del 2010, gli imputati vennero assolti dall’accusa più grave e condannati a tre anni di reclusione ciascuno solo per il reato di rissa aggravata. Le richieste formulate dal pg ricalcano quelle già avanzate all’epoca dal pm cosentino Adriano Del Bene. E cioè, 10 anni di pena per il presidente della Cancellese, Francesco Straface, e 8 anni a testa per due atleti dello stesso team: il portiere Gianmichele Leone e il centrocampista Domenico De Pandis. Il giorno della tragedia la loro squadra affrontava i rivali della Sammartinese sul campo neutro di Luzzi (Cs), in un incontro valido per il campionato di Terza categoria. Sul finire dell’incontro scoppiò una rissa tra gli atleti e Licursi si lanciò in campo per mettere pace. In quel frangente ricevette dei colpi (uno schiaffo, forse un calcio) che, secondo la Procura, influirono in modo determinante sui successivi e tragici eventi. Pochi minuti dopo, infatti, il 44enne cadde nuovamente negli spogliatoi, stavolta per non rialzarsi mai più, stroncato da un arresto cardiocircolatorio. In seguito, alcuni testimoni indicarono negli odierni imputati coloro i quali, partecipando alla rissa, avevano finito per colpire il dirigente. Durante il primo processo, però, alle loro dichiarazioni se ne aggiunsero altre di segno opposto, consegnando così un quadro tutt’altro che definito ai giudici incaricati di valutare i fatti. E non a caso, il verdetto finale fu di assoluzione, seppur solo con riferimento all’imputazione più grave. Ora, invece, la Procura generale ci riprova, partendo proprio da quelle testimonianze ritenute «attendibili» dalla pubblica accusa. Di diverso avviso, ovviamente, i difensori che entreranno in scena il prossimo 5 luglio. Quel giorno, inizieranno le discussioni dei legali Ornella Nucci, Antonio Ingrosso, Giuseppe De Marco e Marcello Manna che sperano di convincere la Corte a cancellare anche le precedenti condanne per rissa. Staremo a vedere. Le loro arringhe e quella del legale di parte civile, Gianluca Bilotta, anticiperanno la sentenza che potrebbe essere pronunciata lo stesso giorno.
In origine, alla sbarra figurava anche un altro calciatore, Francesco Tenuta, assolto con formula piena al termine del primo grado di giudizio, tant’è che nei suoi confronti, la Procura ha rinunciato a proporre Appello mentre un quinto imputato, Ivan Beltrano, era uscito di scena con largo anticipo, patteggiando quattro mesi di reclusione con sentenza già andata in giudicato. Molti testimoni erano concordi nell’affermare che fosse stato lui a colpire Licursi con un calcio durante le fasi concitate della zuffa. E così, il suo avvocato optò per il rito alternativo, facendogli ottenere una pena lieve. È sua, dunque, l’unica condanna per omicidio, che il giovane ha finito di scontare ai domiciliari. Per tutti gli altri, invece, è appena iniziato il secondo capitolo della saga giudiziaria.
Marco Cribari (Calabria Ora)