COSENZA - Alla fine sono stati condannati al semplice pagamento di una multa. E a dire che hanno rischiato la condanna fino a dieci anni di reclusione con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Sono i tre imputati del processo incentrato sulla mortedel poveroErmanno Licursi, il dirigente della Sammartinese che il 27 gennaio del 2007 perse la vita al termine di una rissa scoppiata sul campo di calcio di Luzzi, inprovincia diCosenza,altermine di una partita valevole per il campionato di terza categoria. I tre imputati in questione sono Francesco Straface, presidente della Cancellese, Domenico De Pandis e Gianmichele Leone, calciatori della Cancellese. In primo grado furono condannati a tre anni di reclusione a testa, ma con l’accusa di rissa aggravata dall’evento morte. La sentenza fu impugnata dal pm Adriano Del Bene, della Procura di Cosenza, che aveva chiesto la loro condanna anche per l’omicidio preterintenzionale. Da qui la fissazione del processo di secondo grado, a Catanzaro, dinanzi al presidente Cosentino e al procuratore generale Lia. Quest’ultimo lo scorso22maggio, sposando la tesi del collega cosentino Del Bene, chiese la riforma della sentenza, sollecitando la condanna per tutti e tre gli imputati con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Nello specifico chiese dieci anni emezzo perStraface eotto annidi reclusione a testa per gli altri due. Ieri la sentenza, che ha deluso le aspettative del pg e della parte civile, ossia i familiari di Licursi, rappresentati dall’avvocato Gianluca Bilotta. La Corte di Appello ha cioè confermato l’assoluzione per l’omi - cidio preterintenzionale, rideterminando lapena per la rissa aggravata a una semplice multa. Nello specifico Straface (al quale sono state riconosciute le attenuanti generiche equivalenti) è stato condannato al pagamento di 300 euro, De Pandis e Leone (per loro attenuanti prevalenti) a 200 euro. Nell’imme - diatezza dei fatti furono invece ritenuti diretti responsabili di quella morte. Si ipotizzò cioè che furono loro, insieme a Ivan Beltrano (l’unico di fatto condannato con l’omicidio in sededi patteggiamento)e aFrancesco Tenuta (uscito pulito da questa storia dopo la piena assoluzione, non impugnata dal pm, in primo grado) ad accerchiare Licursi e a riempirlo di calci e pugni. Ipotesi che non ha retto sia in primo che in secondo grado. Licursi quel 27 gennaio riuscì ad alzarsi da terra e a recarsi negli spogliatoi. Riuscì a dire “Non posso crederci, ho preso tutte queste botte solo per aver cercato di mettere pace”, e poi morì. Straface, De Pandis e Leone sono stati difesi dagli avvocati Marcello Manna, Giuseppe De Marco, Ornella Nucci, Antonio Ingrosso e Costantino Guido. L’avvocato Bilotta ha già annunciato ricorso in Cassazione
di ROBERTO GRANDINETTI tratto da "Il quotidiano della Calabria"