
Catanzarese, classe 1961, Michele Marasco nelle società in cui ha militato ha rivestito sempre il ruolo di Direttore Sportivo. Un ruolo che comunque sta stretto, per una persona dalle grandi conoscenze e capacità organizzative, che lo hanno sempre contraddistinto nel suo operato, portandolo a raggiungere sempre risultati importanti. Lo abbiamo incontrato per una chiacchierata sull'attuale campionato di Eccellenza.
Ci parli di questo campionato di Eccellenza, è una stagione in cui diverse società hanno deluso le aspettative, soprattutto Gioiese e Roccella. Investire tanti soldi non ripaga sempre.
Il Campionato di Eccellenza Calabrese è tra i più difficili e complicati a livello nazionale. Intanto perché al 90% solo chi vince conquista il salto di categoria, agli spareggi, personalmente, credo poco ed è la storia che dice questo. Gli accoppiamenti dei sorteggi dei play-off sono sempre impietosi per le formazioni calabresi .Sicilia e Campania hanno squadre forti dove si registra anche un forte condizionamento ambientale e le squadre pugliesi sono attrezzatissime, secondo me molte di loro farebbero tranquillamente bella figura anche in lega Pro. E poi perché l campionato di Eccellenza viene giocato in strutture che non andrebbero omologate dove non si può assistere a partire regolari e quindi a gare divertenti. Bisogna che le amministrazioni comunali per far crescere il livello sociale dei propri cittadini investano, oltre che sulle piazze e la cultura, di cui tutti si riempiono la bocca, anche sull’impiantistica sportiva, a mio parere è un fatto di civiltà. Penso a Palmi, ci sono 3 campi di calcio ma quello dove strategicamente e naturalmente gli sportivi palmesi desiderano vedere la partita è il Lopresti, quella è la loro casa. Quel campo è un monumento, un patrimonio, situato al centro della città, dove possono acceder, sportivi, tifosi, calciatori , bambini, le famiglie, tutti! Bene sono anni che non si capisce come mai questo impianto non venga restaurato, sono anche questi i misteri della nostra regione. Il Montalto già lo scorso hanno era la formazione più forte insieme allo Scalea ma ha vinto l’Acri che è stata la squadra più continua. Il Montalto è nettamente la squadra da battere, a meno che non si registri qualche problema societario. Guardavalle, Rossanese, Soverato, Rende ed Isola le squadre che si giocheranno l’accesso ai play off ed in più a loro si potrebbero aggiungere Roccella e Gioiese se dovessero superare l’empasse iniziale ed aggiungerei qualche sorpresa penso al Sersale ed al Brancaleone.Roccella e Gioiese in difficoltà, può capitare, ma alla base sono state fatte delle scelte dettate più dal cuore che dalla ragione. Nel calcio c’è bisogno di fare delle scelte anche difficili e dolorose, non si deve guardare dietro ma proiettarsi in avanti e cercare di cogliere tutte le opportunità Se un calciatore che ha dato tanto che magari è anche del posto non può essere inserito ne progetto va mandato, non ci sono alternative. Se un calciatore va a Gioia o a Roccella e chiede gli assegni a garanzia per giocare io personalmente non li farei neanche allenare. Giannitti e Rombolà sono tra le persone più serie e leali che ci sono in questo mondo, uomini concreti e con grandi principi, secondo me devono essere più decisi, scaltri e determinati, bisogna essere forti e coraggiosi nel decidere, il tempo perduto alla fine non si recupera mai e secondo me, la gratitudine nel calcio non esiste!
Si aspettava questo esploit del Brancaleone?
Il Brancaleone è una squadra che ha cambiato poco negli anni, ha un tecnico serio, umile e preparato, che ha plasmato una squadra battagliera e compatta, può fare bene e ripetere le imprese del Sersale dello scorso campionato.
E’ d’accordo sull’utilizzo dei 4 under in campo?
Ora sono d’accordo perché questa regola ha un logica. Mi spiego. Era assurdo e controproducente mettere una sorta di sbarramento nei campionati dilettantistici, imponendo i fuoriquota cosi come in Serie D poi le squadre professionistiche seguivano un iter completamente diverso, ora invece anche in lega Pro bisogna utilizzare i giovani obbligatoriamente e le rose delle squadre di B e d A devono avere determinati giovani sotto contratto. Se si riuscisse ad ottenere il far-play finanziario con regole ben precise il calcio italiano potrebbe trovare nuova linfa e nuovamente decollare.
Lei ha lanciato un allenatore che è finito tra i professionisti, Massimo Costantino. Cosa manca agli allenatori calabresi in questo momento ?
Senza presunzione più che lanciare Massimo Costantino, diciamo che ho creduto in lui quando altri invece non ci avevano scommesso, Massimo merita ogni successo perché è una persona per bene. Secondo me ho avuto la fortuna di compiere dei veri e propri miracoli “resuscitando” tanti allenatori che si sono dimenticati anche il mio numero di telefono e che poi si sono ripersi perché hanno voluto provare a fare i manager o i mediatori. Gli allenatori devono saper insegnare il calcio, devono lavorare durante la settimana, devono essere un punto di riferimento per la società, devono conoscere i bilanci e fare anche i ragionieri perché è così che questo calcio si deve fare. Puoi spendere quello che hai non quello che forse arriverà con gli sponsor, con l’amico, con il comune. Purtroppo ne esistono pochi allenatori che sanno insegnare calcio in Calabria, molti sono imbonitori, amici degli amici, si fanno raccomandare e poi…quando il cerchio si stringe fanno figure meschine. Massimo Costantino ha volontà, capacità e ambizione di arrivare e quindi ci sta riuscendo meritatamente e poi è un martello, meticoloso, spesso ti esaurisce, ma sta scalando con merito, ripeto, la classifica. Secondo me deve migliorare nella comunicazione, ma imparerà anche questo.
Quale allenatore le piace di più al momento?
Parlo dei nuovi allenatori perché e giusto così altrimenti parliamo sempre degli stessi. Felice Melchionna che avevo convinto di venire a Capo Vaticano, poi andò a Modica e vinse il campionato di Eccellenza. Angelo Ferraro mi incantò con il Polistena nel 1999, faceva già il 4-2-4 quella era veramente una squadra spettacolare, Ferraro non finì il campionato che poteva vincere perché si dimise tra il primo e secondo tempo di un Polistena – Acri…mi fermo qui che è meglio. Ciccio Galati sia con il primo Guardavalle che con il Soverato mi ha entusiasmato, ora il suo ultimo Guardavalle non l'ho visto.
Lei è stato direttore sportivo di società importanti come Soverato, Sambiase, Palmese, Capo Vaticano, Paolana, Amantea e Montalto con cui ha ottenuto risultati importanti, quali sono stati gli ingredienti di questo successo?
Avere un rapporto chiaro con la società innanzitutto, dove siano ben precisi i programmi e le strategie e poi sta a me pianificare tutto. Un confronto costante con la stessa società almeno una volta a settimana e nelle sedi opportune che non sono il campo sportivo o il bar del paese. Intervenire immediatamente quando si individuano elementi di disturbo o gente che è sofferente. Scegliere un allenatore aziendalista, che conosca la categoria, che prepari bene le partite e che abbia autorevolezza, cioè conosca la materia che insegna, che abbia entusiasmo e che lo trasmetta all’intero ambiente e che soprattutto sia un motivatore durante gli allenamenti che sono determinanti per l’esito della gara della domenica. E poi prendere ragazzi che hanno voglia di fare, io ne ho preso spesso infortunati o caduti nel dimenticatoio e che abbiano la volontà feroce di rimettersi in gioco, disponibili al sacrificio giorno dopo giorno e soprattutto gente che non chiede le famigerate ed essenziali ”garanzie”sennò non è tranquillo. La garanzia è la Società e la stretta di mano con il Presidente. La fiducia delle persone a cui io ancora credo.
Fare calcio in Calabria è diventato molto difficile, vista la crisi che attanaglia tutta la regione e non solo, qual è la ricetta giusta per consentire alle società di rimanere in vita
Cercare di fare i programmi che possono realizzarsi, senza pensare ed illudersi che poi, dopo arriva qualcuno che ti regala 100 mila euro. Puntare su ragazzi che hanno entusiasmo che sono motivati e che hanno la gioia e l’orgoglio di indossare una maglia gloriosa, ma qualsiasi maglia è importante se si scende in campo e la si onora. Puntare sui settori giovanili utilizzando tecnici prepararti e soprattutto abilitati. Ci sono troppi praticoni in giro che si pregiano di allenare i giovani. Fare l’istruttore, insegnare, allenare i giovani calciatori è molto più difficile ed impegnativo che allenare una squadra fatta di grandi.
Chi vincerà il campionato e perché?
Il Montalto il campionato può solo perderlo. Non è una risposta scontata ma è dettata dalla conoscenza dell’organico. Una formazione che ha un asse centrale formata da Spingola, Varrà, Catalano e Gambino, Piemontese e De Lorenzo è già quantomeno una formazione di Serie D. Mettiamoci gli under che sono validissimi ed un allenatore abituato alle pressioni e soprattutto abituato a vincere diventa come dire, fisiologico, pronosticare il Montalto come la squadra che vince il campionato. A me piacerebbe lo vincesse la squadra dove.. … potrei andare io, naturalmente.