La Vigor batte la pioggia ed il Castrolibero
La Vigor batte la pioggia ed il Castrolibero

Scende la pioggia ma che fa… La Vigor ritorna alla vittoria. Una stagione nata sotto la pioggia. Piovve tanto durante il Trofeo Baccari e si vinse, piovve all’esordio a Grimaldi e si vinse, piovve un po’ anche a Pianopoli alla seconda di campionato, non tanto evidentemente per battere il Parenti. A Cosenza nel terzo turno del Girone B di Seconda Categoria altra giornata uggiosa, ma non sufficiente per “bagnare” un risultato positivo. Occorreva dunque “riprendere” il ritmo con una densità maggiore e il messaggio è stato pienamente percepito da Giove Pluvio, che non si è davvero risparmiato a Lamezia nella giornata di domenica.

Pioggia fitta iniziata a scendere da metà mattinata, divenuta via via incessante, con scrosci perfino violenti, che ha causato “ovviamente” molti problemi di viabilità e di natura ambientale (cumuli di immondizia hanno invaso diverse strade) alla derelitta e abbandonata Lamezia Terme. A proposito di “Terme”, il secondo impegno casalingo della stagione, la Società Vigor 1919 ha inteso dedicarlo proprio alle “Terme di Caronte” (il primo match “casalingo” fu dedicato al “Castello Normanno-Svevo), una delle poche cose da salvare e andare fieri a Lamezia.

L’impianto del “Giovanni Renda”, teatro (teorico) delle gesta del Sambiase Calcio, capolista nel campionato di Promozione, ha ospitato Vigor - Castrolibero, ma rigorosamente (o meglio “commissariamente”)  a porte chiuse. Il fondo campo sintetico ha permesso la disputa del match che altrimenti sarebbe stato rinviato.

 

Mister Raffaele Notaris ha preso qualche decisione anche drastica escludendo dall’undici iniziale la coppia avanzata Simonetti-Nucifero fin qui sempre presente, ma senza probanti risultati. Fra i pali Lanzo e davanti a lui il quartetto Rocca (all’esordio dall’inizio) – Molinaro-De Sensi-Vatalaro; nel cuore del centrocampo, ricomposto il terzetto delle prime due partite : Morelli – Gianfranco Gigliotti – Bruno; sulle fasce esterne Leopoldo e Ventura; terminale offensivo Grandinetti.

Dopo circa venti minuti di gioco, sembrava di rivedere il cliché di Vigor – Parenti. Gli ospiti si rivelavano volitivi e intraprendenti, vogliosi di giocare anche a viso aperto, con un paio di elementi molto veloci in avanti. I loro tentativi evaporavano però negli ultimi sedici metri. Per agilità e buona tecnica si distingueva il colored Lamin Bojang, sgusciante e intraprendente anche nell’accorciare verso il centrocampo ed aiutare i compagni in possesso palla. Un po’ irrequieto in verità. Non sono mancati battibecchi animati che lo hanno visto protagonista.

Dopo un quarto d’ora si infortunava il difensore centrale De Sensi che aveva bisogno di essere sorretto per guadagnare lo spogliatoio. Al suo posto Antonio De Fazio.

La Vigor non riusciva ad imbastire azioni manovrate e il centravanti Grandinetti appariva isolato al suo destino. Nonostante il tipo di inerzia della gara, la Vigor ha avuto le sue occasioni, pure clamorose, per segnare e sono state, per l’ennesima volta, le palle inattive a produrle.

Da una di esse al minuto 16, dopo una lunga mischia in area cosentina, si intravede luce alla destra del pipelet ospite; Ventura di testa indirizza verso il varco apertosi della porta, ma spunta la mano del portiere che mette in angolo.

34’ Punizione di Gianfranco Gigliotti da 25 metri e gran bolide che il portiere respinge male, capitan Molinaro, in precario equilibrio, devia come può verso la porta sguarnita, ma la sfera termina fuori.

39’ Un sontuoso Gianfranco Gigliotti (eccellente prestazione del 20enne indigeno) ruba palla nella sua trequarti e innesca un velocissimo Leopoldo sulla sinistra, che entra in area e sferra un bel diagonale sul palo opposto che il portiere devia abilmente in angolo.

Gianfranco Gigliotti: palloni recuperati, fisicità in mezzo al traffico, facilità di calcio impressionante per la categoria, con cambi di campo al bacio di quaranta metri, virtù balistiche notevoli sui piazzati, ci si chiede cosa ci faccia un talento del genere, di soli 20 anni, in seconda categoria. Buon per la Vigor 1919 a ritrovarselo nel suo organico.

Prima dell’intervallo accusa un problema fisico il generoso Ventura, che proprio non ce la fa a continuare. Al suo posto subentra Costantino.

 

RIPRESA. Mister Notaris si sarà fatto sentire negli spogliatoi. Lo si arguisce dall’atteggiamento aggressivo dei ragazzi biancoverdi che pressano altissimo il Castrolibero che, aldilà di una certa intraprendenza, aveva comunque mostrato disordine tattico, risultando lungo e con una difesa ondivaga.

La determinazione vigorina è ben presto premiata al 4’. Il solito Gianfranco Gigliotti su punizione dalla distanza scodella in area. Il signor Leta di Paola nella fitta mischia scruta un fallo e decreta rigore. Nella fattispecie si era percepita una trattenuta su Molinaro, ma anche un “affossamento” su Grandinetti. Doppia scorrettezza quindi. E’ Giovanni Bruno a trasformare con perentorietà.

Una volta in vantaggio, la Vigor commette l’identico errore andato in scena col Parenti quindici giorni prima, lasciando l’iniziativa agli ospiti che guadagnano subito campo e si catapultano in avanti. Da una punizione guadagnata sulla trequarti è la mezzala De Rose a sferrare un tiro al fulmicotone, che impatta sulla traversa e rimbalza in area; la sfera è difficilmente controllabile e nella mischia che si crea nell’area piccola, finisce sulla mano di un difensore. IL signor Leta è a due passi e concede rigore, trasformato da De Rose.

Intanto, sotto un nubifragio incessante, si ricorre alle luci artificiali.

La Vigor ci mette un po’ a metabolizzare l’andamento della partita, tanto che il Castrolibero riesce ad imbastire qualche ripartenza veloce, tamponata alla meglio dai ragazzi di Notaris, fino a che Mirco Molinaro, pur marcato, s’inventa un forte tiro di controbalzo dai sedici metri, su cui Lanzo però è reattivo e neutralizza.

25’ Si riaccende la luce per la Vigor, ma nulla a che fare con l’elettricità. Dalla panchina si sveste e si butta nella contesa Francesco Nucifero, esce il diligente e prezioso Morelli.

La classe e i numeri di “Giggs” Nucifero mettono scompiglio nella retroguardia ospite. 32’ Una sua brillante iniziativa, genera un angolo, di cui si incarica egli stesso. Parabola tagliata e velenosa nel cuore dell’area piccola; la sfera è intercettata di testa ma non rinviata efficacemente e il campanile piomba in mezzo a mille gambe, dove trova la zampata giusta Grandinetti. E’ il gol del 2 – 1.

35’ Mister Notaris inserisce Antonio Gigliotti al posto di Leopoldo, autore di una buona prova, senza risparmio nelle molteplici scorribande sulle fasce laterali, abbinate ad una discreta qualità.

Intanto da circa un quarto d’ora il maltempo non si limitava alla pioggia battente e incessante, ma si faceva “vedere” e “sentire”. Fulmini che sembravano abbaglianti flash fotografici e detonazioni sempre più fragorose, una dietro l’altra. Finché una detonazione assordante ha spaventato anche i pochi presenti (accreditati rigorosamente) in tribuna, seguita da una ancora più potente, che ha causato pure lo spegnimento dei riflettori. Talmente forte che ha messo paura anche al signor Leta di Paola, il quale ha chiamato i giocatori a rientrare negli spogliatoi. Il portiere ospite si gettava anche per terra, tenendosi le tempie. Suscitando più di una perplessità. Correva il 37’.

L’episodio ha lasciato interdetti. I giocatori della Vigor non erano convinti di lasciare il campo. Si è generato altro nervosismo che ha trascinato pure mister Notaris nei confronti del collega Cuconato. Il direttore di gara lo espelleva.

Passavano i minuti fra l’incertezza generale. Dopo circa dieci minuti si rivedeva l’arbitro e qualche giocatore ospite che abbozzavano un rientro in campo, ma  una violenta grandinata e un ennesimo fulmine seguito da una detonazione simile alle precedenti, “consigliava” un nuovo precipitoso rientro. A quel punto l’arbitro sembrava intenzionato a sospendere definitivamente. I giocatori vigorini non ci stavano e in gruppo sono andati ad esprimere le loro rimostranze.

E qui entrava in scena il carisma, la personalità, la capacità persuasiva di Gianfranco Criniti, la “Grande Firma” con cui la Vigor in settimana si era accordata. Visibilmente fuori forma, il bomber di lunghissimo corso, era rimasto in panchina insieme ai nuovi giovani compagni di squadra. Criniti in maniera cortese ma risoluta parlava con l’arbitro e anche con gli avversari, cercando pure di calmierare l’intera, stranissima, situazione.

Non è dato sapere, infatti, se nell’immenso carniere della casistica calcistica, fosse mai accaduto che una partita fosse sospesa a causa di fulmini e detonazioni.

L’arbitro comunque si convinceva a riprendere e far disputare i restanti 8 minuti. Chiamava i giocatori del Castrolibero che, a quel punto, erano loro a tergiversare, anzi a far intendere di non voler rientrare. L’arbitro attendeva, poi andava ancora a sollecitare il rientro. Una eventuale rinuncia a giocare, a quel punto, sarebbe stato inteso come un “ritiro” con conseguente partita persa a tavolino per il Castrolibero.

I ragazzi cosentini finalmente si decidevano a rientrare, schierando peraltro fra i pali il portiere di riserva.

La vallata ormai si stava oscurando, ma incredibilmente, spuntava, chissà come, un pallido sole (lato mare) che consentiva di portare a termine il tribolato match. Gli otto minuti finali, allungati ad undici, non avevano però storia. Il Castrolibero già prima della sospensione aveva dato chiari segni di cedimento fisico, al contrario dei pimpanti ragazzi vigorini, che sprigionavano atletismo a iosa, risultando ottimamente preparati in tal senso dal duo Notaris- Nicola Gigliotti.

Si creava ancora qualche opportunità per la Vigor per segnare il terzo gol. C’era tempo per una quinta sostituzione. Simonetti al minuto 44 entrava al posto di Grandinetti, che accusava pure lui un problema fisico.

Il cambio era stato operato da Gianfranco Criniti. Proprio così. Alla ripresa delle ostilità, dopo la sospensione, Criniti (ricevuta la “benedizione” da Raffaele Notaris, mossa umile e molto intelligente) ha guidato le operazioni dalla panchina, incitando i ragazzi, dando indicazioni un po’ a tutti, con estrema scioltezza e padronanza. Un minuto prima della fine non mancava di raccomandare ai compagni, compresi quelli in panchina, di spegnere ardori e rancori, di stare buoni e disciplinati. Al triplice fischio andava subito ad abbracciare il collega Cuconato e a salutare uno per uno i giocatori avversari. Era riuscito a riportare, con affabilità e diplomazia, un flusso di serenità, riappacificando la contesa.

 

Tre punti che riportano la Vigor all’interno dei playoff, sebbene ci sono gare da recuperare. I numeri esprimono perentoriamente il meritorio primato della Donato Bergamini: en plein di punti, 12; 10 gol fatti, 1 subìto. La strada per confermarsi ai vertici, per la Vigor non è facile. Al contrario di previsioni troppo ottimistiche e superficiali, il girone B di Seconda si rivela sempre più competitivo. Si prospetta una lotta, aldilà delle battistrada Marano e Bergamini, gomito a gomito con 3-4 squadre di pari livello. Il primo dicembre si riapre però il mercato che potrebbe rimescolare certi equilibri. La Società è consapevole che l’organico ha bisogno di elementi di esperienza.

UFFICIO STAMPA VIGOR 1919