ROSSANO – «Perché vado via? Vorrei che il presidente, in qualità di capo della società, facesse rispettare i ruoli e mettesse un po’di ordine all’interno del club». Il direttore generale della Rossanese, Ennio Russo, dunque, si è dimesso, come anticipato ieri. Una presa di posizione «dolorosa che spero possa servire – ha detto il diggì nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella serata di ieri nella sede della Comunità montana –a meglio far funzionare la macchina organizzativa del club». Sottolinea, Russo come «non sono qui per distruggere, tutt’altro. Vado via da ottimo amico di questa società, di questa piazza, di questi tifosi speciali». Ma il diggì è turbato anche da una sorta di «chiacchiericcio da marciapiede che spesso e volentieri non fa altro che nuocere al club. Si dovrebbe pensare meno a parlare perché proprio il chiacchiericcio spicciolo non porta benefici a nessuno, alla squadra, alla dirigenza, alla tifoseria». «Ho deciso di dimettermi nel momento migliore – è andato avanti Ennio Russo – con la squadra in piena zona play off, e ricordiamo che il nostro obiettivo è la salvezza, reduce da cinque vittorie consecutive e dopo la prestigiosa prestazione di Avellino». E’ l’occasione buona, insomma, per tracciare anche un bilancio. «Ho iniziato a fornire il mio contributo un anno fa proprio a novembre, il tutto affinché la Rossanese, allora Rossano, centrasse un traguardo importante, e sappiamo tutti com’è andata a finire. Ho suggerito, da consulente esterno al club, l’ingaggio di Costantino e di concerto con lui diversi giocatori che poi hanno fatto le fortune di quella squadra. In estate – ha proseguito Russo – poi, ho accettato ben volentieri l’incarico propostomi dal presidente Guerriero come supervisore dell’area tecnica, a patto che puntassimo sui giovani di valore e a oggi possiamo certamente affermare che il progetto sta risultando vincente. Io mi sono impegnato coi tifosi, di ritorno da Lamezia, che con questa squadra ci saremmo salvati in tutta tranquillità, io mi sono assunto le responsabilità, perché credevo e credo che con un progetto di questo genere, in tre anni si possa centrare la tanto agognata serie C». L’auspicio conclusivo dell’ormai ex diggì è quello che «il presidente Guerriero possa prendere atto di questo sfogo per il bene della Rossanese, sperando che faccia chiarezza all’interno della società». Commiato con i doverosi ringraziamenti alla città, «una città che amo, al popolo rossoblù, ai ragazzi, al mister, ai dirigenti» e con un sogno: «Se si puntellasse con due elementi, giovani aggiungo, questa squadra potrebbe veramente fare voli pindarici».