«Non credo che il discorso promozione sia chiuso, è innegabile che dieci punti di vantaggio sono una margine importante ma aspettiamo la matematica prima di esultare ». Peppe Giovinazzo predica calma. Sentirsi con un due piedi in serie D potrebbe «causare cali di tensione». Anche se la classifica, ad oggi, recita più dieci sulla diretta inseguitrice. Inevitabile quindi aspettare che il tempo faccia il suo corso. «Due, tre partite ancora, se riusciamo a mantenere un vantaggio di sette, otto punti, allora potremo dire che il discorso è chiuso». Concentrazione e voglia di vincere: due armi
che devono accompagnare l’Hinterreggio in queste partite finali di campionato, ad iniziare da quella di Corigliano. «Ogni partita ha la sua storia. Noi per mentalità vincente e per indole non andiamo su nessun campo a cercar e il pareggio anche perché certe volte affrontare una gara con alla voglia di pareggiare, alla fine la perdi. Quindi noi domani andremo li per vincere, anche perché più vittorie collezioni più velocemente ti avvicini alla meta». Se poi viene un pareggio «ma hai dato tutto sul campo» va bene ugualmente. La meta da raggiungere si chiama serie D, il secondo degli obiettivi fissati dalla dirigenza nelle calde giornate estive. «Adesso la cosa che più mi preme, anzi ci preme, è raggiungere la promozione. Il primo obiettivo, la vittoria in Coppa, l’abbiamo ottenuto, adesso cerchiamo di approdare in D il prima possibile ». Dieci punti di distacco e tanta voglia di esultare, ma Giovinazzo tiene alta la tensione dei suoi in vista del rush finale, ma in fondo è consapevole che i Dilettanti sono dietro l’angolo. Il segreto del successo, quasi semplice. «Credo che la differenza sia stato il rendimento nel lungo periodo e soprattutto la differenza la fanno i risultati esterni. Noi abbiamo conquistato successi su campi difficili come Acri, Bagaladi, Paola, Belvedere e Capo Vaticano, terreni dove magari chi ci sta dietro e insegue ha perso o pareggiato lasciando per strada punti importanti. Questo è il segreto del distacco maturato ad oggi, il saper gestire con attenzione le gare esterne». Grazie anche ad un gruppo fortissimo, con una qualità superiore e soprattutto un arma devastante: la duttilità. «Questa è una mia fortuna. Alleno gente duttile, che mi facilita anche nella scelta dei cambi durante i match». Prendi ad esempio il neo arrivato Settecase, presentato come esterno e invece “contento” e a suo agio in mezzo al centrocampo. «Lui li mi piace, è quello il suo ruolo, anche il ragazzo mi ha confessato di trovarsi bene in quella posizione. Quando un giocatore si trova bene, stai certo che ti da sempre di più». Niente champagne ancora «aspettiamo almeno un paio di giornate
». Teniamolo in ghiacciai allora.

Vincenzo Ielacqua (Calabria Ora)