Sconforto per quello che poteva essere e non è stato. Si pensava che dopo la finale regionale vinta seccamente contro il Roccella, il Soverato avesse esorcizzato la sindrome delle finali. Dopo le delusioni, infatti, arrivate all'ultimo atto delle categorie Eccellenza, bruciano ancora i minuti finali, dei tempi regolamentari prima e dell'extra time dopo, contro l'Isola Capo Rizzuto, quando già si accarezzava il sogno dei play-off nazionali, ma anche delle gare dei campionati Allievi e Giovanissimi, rispettivamente contro Hinterreggio e Real Cosenza, che hanno visto i colori biancorossi doversi accontentare della medaglia d'argento, si pensava che, almeno nella categoria Juniores, si potesse arrivare a festeggiare un successo più che atteso e, diciamo noi, anche meritato. Ma, si sa, nel calcio, nelle gare secche sui 90 minuti ed eventuali supplementari, spesso è la fortuna a stabilire le graduatorie. Ed in questa finale il Soverato di buona sorte, oltre che di forze fisiche, come andiamo ricordando da troppo tempo, non ne ha avuto a sufficienza per avere ragione su un Real Misano che, diciamolo a scanso di equivoci, alla fine ha meritato lo scudetto di categoria.
Rabbia per le occasioni mancate e per un certo nervosismo che ha attaccato alcuni dei suoi uomini migliori che non hanno mantenuto la lucidità nel pensare che ci potesse essere ancora il tempo per rimediare, come era successo nella trasferta isolana di Procida. Quella serenità che, in fase offensiva, avrebbe certamente consentito di concretizzare in gol le azioni capitate ad Eseola, ancora una volta il migliore in campo, e a Tolomeo e Cosco (al di la dei grandi interventi difensivi che hanno lasciato immacolata la porta dei romagnoli!), ma anche a restare in partita senza lo spauracchio della seconda ammonizione o, peggio, dell'espulsione, come puntualmente verificatosi quando oramai il risultato era andato. Qualche recriminazione, non eccessiva, anche per alcuni episodi dubbi in area di rigore del Misano, che però non hanno fatto gridare allo scandalo, ma che se interpretati diversamente avrebbero incanalato la gara in modo senz'altro diverso.
Consapevolezza comunque di avere raggiunto una fase importante di valorizzazione dei propri giovani atleti, attraverso una scuola calcio che è il fiore all'occhiello del responsabile di settore, Mario Cannistrà, e forza decisiva per la società soveratese, per un futuro che davvero potrebbe dare grandi soddisfazioni, e magari qualche successo in più!
Alla fine è stato molto percettibile la delusione in casa biancorossa, con gli atleti seduti sul terreno di gioco a ripensare all'occasione persa e consapevoli che il passare degli anni li porterà verso altri lidi, ripensando a questa splendida avventura, cullata, accarezzata, ma che, come sempre per le cose troppo belle, alla fine ti porta alla grande amarezza.
Una stagione da incorniciare per molti dei ragazzi di Ciccio Galati, forse il più amareggiato della troupe, che hanno avuto la gioia di disputare da protagonisti anche il campionato di Eccellenza e, siamo consapevoli, per alcuni di loro, ci saranno anche grandi possibilità per il prosieguo della loro avventura calcistica (erano tanti gli osservatori di molte società di categoria superiore sugli spalti del Casal del Marmo di Roma, a partire dal responsabile della Nazionale under 18, Giancarlo Magrini, che ha già avuto alle sue dipendenze due calciatori della compagine campione d'Italia.)
Oggi è tempo di bilanci, che sono indubbiamente positivi per una società che ha appena dieci anni sulle spalle e che, partendo dal puro settore giovanile, si è ritrovata, con ampi meriti della gestione dirigenziale susseguitasi in questi due lustri, a riportare il calcio che conta nella cittadina ionica, dopo il fallimento della mitica U.S. 1927, e ad assaporare una finale nazionale dopo il ricordo dei tempi dell'indimeticato presidente Catuogno degli anni '60.
E per questi bilanci finali vediamoci comunque stasera su Rai Sat la gara di Roma, con amarezza, ma con la soddisfazione di sentire Franco Peccenini parlare di Soverato.