In attesa di altre presunte cessioni, e di nuovi ipotetici acquisti, entro la data ultima prevista, in casa rosso blu, si contano gli uomini a disposizione del mister, e soprattutto di quali e quanti “under”, possano garantire rendimento sufficiente nell’arco dell’intera stagione. Primo tra gli under dello scorso anno calcistico, che non sarà più catalogato tale, Andrea Mirafiore, indiscusso numero uno, portiere della rosa, ma che per suddetta evoluzione anagrafica, apporterà non pochi grattacapi al mister, dovuti non certo al sostituto e brillante Scarpelli di fine stagione scorsa, o a De Rose anche lui passato al di qua di quella fascia d’età “protetta”, bensì al resto del giovane materiale umano di cui si dispone.  Sebbene, la normativa introdotta nella scorsa stagione, in merito allo schieramento obbligatorio degli under, nelle categorie dilettantistiche,  e per la promozione in cui milita il San Lucido, abbia fatto  e faccia discutere praticamente tutti, sull’inadeguatezza e applicazione, a parer ovviamente di dirigenti e tecnici, andrebbe d’altro canto sottolineato che, forse questa direttiva costituisca, l’unico mezzo, a che un esordiente, divenuto giovanissimo, divenuto allievo, promosso juniores e poi inserito in rosa di prima squadra, risorsa umana preziosa per l’arricchimento della stessa società. Teoria, nient’altro che teoria. Infatti priorità assoluta anche in queste categorie calcistiche, definiamole cosi, è investire vincere e far notizia, in barba a tutti i buoni propositi che una lega, anche quella calabrese, vorrebbe le società facessero propri. Gli under vengono schierati solo per obbligatorietà di distinta, di campioni all’orizzonte proprio non se ne vede neanche l’ombra, e giusto per fare un riferimento statistico,  nello scorso campionato, gli under hanno rappresentato solo il 4,2% dei risultati determinanti. Il segnale che solo questo dato manda al nostro calcio dilettantistico locale è chiarissimo ed al contempo preoccupante. Per vincere dunque continuano ad essere indispensabili i “grandi”,  gli esperti.  In questo concetto, semplicissimo e probabilmente un po mortificante, si esaurisce tutta la mentalità del  calcio locale, dove i vari Longo, Colombo, Cairo, ed ora l’altro Longo, Fabio, De Luca e lo stesso Mirafiore, assumono valenza imprescindibile e sono e restano la vera spina dorsale rosso blu.