ROSSANO – «Noi amiamo e ameremo solo la Rossanese. Non vogliamo ne una squadra di ragazzini che finisca il campionato, ne i salvatori della patria. Rinasceremo con una nuova Rossanese. Stacchiamo la spina al malato terminale e ripartiamo da zero». E' questo l'epilogo di una partecipatissima riunione, circa duecento i presenti, indetta dal gruppo ultras “Quelli di sempre” ieri sera per tentare di salvare il salvabile, o per perseguire un nuovo sentiero. Durante l'incontro le parti (i capi ultras, l'assessore allo sport Giuseppe Lavia, il diggì Mazzacua al tavolo della presidenza più il popolo rossoblu seduto in platea) hanno parlato finalmente chiaro cercando di fare luce e chiarezza sull’attuale situazione in cui versa il club bizantino. Sottolineando tutti gli aspetti finanziari che stanno soffocando la Rossanese. Ed è stato proprio questo dato assolutamente negativo, a far scaturire la decisione, comune e unanime, finale, ovvero l'eutanasia. I capi storici della tifoseria, insomma, hanno dichiarato, con il consenso assoluto di tutti i presenti, che se la Rossanese dovesse morire, loro sono pronti a ripartire dalla terza categoria perché «le altre realtà della città non interessano». Ma a quanto ammonterebbero questi debiti che stanno soffocando la Rossanese? «Ci sono 200 mila euro di debiti accumulati», dicono i tifosi avallati da Mazzacua e Lavia, “carte alla mano”. «Posso affermare senza tema di smentita - dice Mazzacua - che sino ad oggi tecnici e calciatori hanno percepito solo tre dei nove stipendi pattuiti. I debiti? Eccoli: 23 mila euro di vertenze in corso, 70 mila li chiede il presidente per vendere la Rossanese, a 60 ammontano le pendenze dello scorso anno, altrettanti servirebbero per concludere questa stagione». Il diggì prosegue spiegando di aver trovato un accordo con gli stessi calciatori per “venirsi incontro” sino al termine della stagione. «Un sacrificio che combinato alla rinuncia di Stancato alla sua richiesta di settantamila euro, potrebbe salvare, con un miracolo, la Rossanese». Un'utopia, probabilmente. Anche perché entro il 30 maggio, se vorrà iscriversi a un qualsiasi campionato, il club dovrà presentarsi senza debiti (il Roccella, lo ricordiamo, ha vinto il ricorso proprio per questo motivo). Paventata fra le ipotesi, una sorta di azionariato popolare ma di certo non a quelle cifre. L'assessore Lavia, dal canto suo, ha spiegato come l'amministrazione non sia riuscita nell'intento di coinvolgere gli imprenditori locali sciorinando le cifre elargite dall'ente pro Rossanese. Lavia, infine, ha definito “fallimentare” la gestione Stancato come tutti i convenuti. «Abbiamo preso una decisione molto forte - hanno affermato ancora i tifosi - adesso saremo tutti presenti allo stadio per non consentire a nessuno di giocare con i nostri colori». In definitiva, volendo riassumere, la situazione sembra essere la seguente: a meno di un clamoroso miracolo dell'ultimo momento, tutti concordi sullo staccare la spina al malato terminale oberato di debiti. Quindi ripartire da zero, con una nuova, trasparente, pulita, partecipata, condivisa “nuova Rossanese”. E allora si che quello sarà il risolgimento rossoblù.

Luca Latella