Rende, Marco Maniero: "Sono tornato per aiutare la squadra a vincere"
Rende, Marco Maniero: "Sono tornato per aiutare la squadra a vincere"

 

Marco Maniero in una foto nella prima esperienza con la squadra BiancorossaÈ il sogno di ogni calciatore segnare all’esordio ed aiutare i nuovi compagni a raggiungere la vittoria. Ma Marco Maniero non si aspettava che il suo ritorno a Rende fosse così bello. Arriva giovedì ed il mister De Angelis gli dà subito fiducia mettendolo titolare: domenica gioca nel tridente, completato da Musacco e Russo, e realizza una doppietta che contribuisce al successo per 3-2 sull’Acri.  
Figlio d’arte, è nato a Napoli, ma  può essere considerato un ragazzo della Calabria. Suo padre ci ha giocato per 4 anni, quando lui non era che un bimbo, militando nelle file del Cosenza allenato dal grande Gianni Di Marzio con cui conquistò una storica promozione in B. “Sono affezionato a questa città, che mi è rimasta nel cuore fin da quando ero piccolo, perché mio padre ha giocato qui e ed è un motivo che mi ha spinto a tornare appena vent’enne, facendo l’esordio tra i professionisti,  dopo un’esperienza in D con la Rossanese. Posso dire che qui sono cresciuto come uomo e calciatore”. Tornare dopo 10 anni però ha anche una motivazione extra calcistica: “ho conosciuto la mia ragazza in questa città, ed accettare la chiamata del ds Peluso è stato ancora più facile. Poi esordire con quei due gol è stato bellissimo. Ho aiutato la squadra a vincere. Sono tornato dopo tanti anni di girovagare tra Serie D e spero che i tifosi si ricordino di me, per potergli dimostrare quanto sono maturato, e farmi conoscere anche a quelli un po’ più giovani”. Il “Bimbo Dioro” come lo chiamavano nella sua prima esperienza biancorossa, ha trascorso gli anni più belli della sua carriera nel Rende, quando la formazione cosentina calcava i campi professionistici: “i miei primi 3 anni sono stati bellissimi, sono arrivato che eravamo in D e vincemmo subito il campionato. Il primo anno di Serie C2 ci salvammo senza patemi, mentre nel secondo facemmo un campionato straordinario, perdendo poi la finale di playoff.” Però la voglia di giocare lo portò lontano dalla città: “ero giovane e volevo giocare, quindi appena mi chiamò il Brindisi accettai subito, iniziando il mio giro d’Italia”. Inizia così un peregrinare che lo porta dal mare pugliese, alle montagne di Bolzano, arrivando in Piemonte al Casale per poi attraversare il Mar Ligure e fermarsi in Sardegna, e tornare infine nella sua terra natale in Campania al Gaeta. “ho giocato in tutta Italia, a Casale mi son trovato bene, a Bolzano ho avuto qualche difficoltà, ma in Sardegna è dove forse mi son divertito di più, anche perché là il calcio è vissuto in un altro modo, senza pressioni. A differenza di qua che c’è molta rivalità, li giochi per divertirti. Dopo le partite si giocava il terzo tempo, cioè le due società si ritrovavano dopo la partita e si andava a mangiare insieme. Ho militato nelle fila del Budoni dove feci il massimo dei miei gol in una stagione (10) ed Arzachena, entrambi in D” L’attaccante cresciuto nella giovanili della Viterbese prima e Puteolana poi (perché suo padre Enrico,  mediano di vecchi tempi, giocava in quelle formazioni, giocando anche nel Napoli di Marchesi della stagione 1981-82, dove collezionò 9 presenze in Serie A), si considera una prima punta poliedrica: ”non mi sento il classico attaccante che sta fermo in area, mi piace fare movimento, creare spazi per i miei compagni e sfruttare quelli che loro aprono per me, ma mi trovo bene anche dentro l’area.” È lo ha dimostrato domenica con i suoi due gol. Nel primo ribadisce a rete un pallone carambolatogli tra i piedi dopo una mischia, mentre nel secondo fa vedere tutta la sua classe: “il mio secondo gol credo sia stato molto bello. Era iniziato da qualche minuto il secondo tempo, Russo prende palla sulla destra e compie una bella discesa, poi passa a me che dal limite dell’area stoppo e tiro battendo il portiere”.
Se il buongiorno si vede dal mattino, questo ritorno in maglia biancorossa potrebbe portare molte soddisfazioni: “ per me l’obiettivo primario è quello di vincere, sono venuto con l’intenzione farlo. Ho quasi trent’anni è gran parte della mia carriera è trascorsa, ma finchè avrò voglia di divertirmi ed incontrerò gente che ha voglia di fare calcio allora continuerò a giocare.”